Mi ha fatto riflettere una chiacchierata con una mia amica a cui era appena mancata la madre, la quale mi ha confidato di provare una grande sofferenza per non essere pronta a tenere il corpo di sua madre in casa dopo il suo decesso. Inoltre, provava un grande senso di colpa al pensiero di spostarla in un obitorio del cimitero, che, il più delle volte, è trascurato e isolato.
L’idea di portare la madre in una struttura decorosa e sorvegliata le alleggeriva quel senso di colpa, grazie alla consapevolezza che, sì, non si era sentita di tenere il corpo della madre in casa, ma che era stata affidata a una struttura in cui non sarà sola e verrà custodita con dignità. Un luogo intimo e dignitoso, in cui i parenti potranno andarla a trovare, come è giusto che sia.
La morte fa parte della vita… e non tutti la affrontano allo stesso modo. Sin dalla nascita ricerchiamo un servizio in strutture che siano in grado di darci conforto, supporto e assistenza, quando ne abbiamo bisogno; luoghi come cliniche e ospedali, a cui ci affidiamo dal parto a tutte le vicissitudini della vita.
Ora, anche per il fine vita, si ha la possibilità di usufruire di una struttura che possa garantire un ultimo saluto, degno della vita vissuta.
Come in tutte le professioni, il modo in cui viene portato avanti il proprio lavoro è soggettivo e dipende dall’approccio dell’impresa.
Alessandra Durì