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Il Cimitero di Casarsa della Delizia e la Tomba di Pier Paolo Pasolini: un Luogo di Memoria e Silenzio

Pasolini Cimitero di Casarza 1

Il cimitero di Casarsa della Delizia, in provincia di Pordenone, è un luogo intimo e toccante che conserva la memoria di Pier Paolo Pasolini, uno dei più grandi poeti, scrittori e registi italiani del Novecento. Situato poco fuori dal centro abitato, lungo la via Valvasone, il cimitero accoglie non solo la tomba del poeta, ma anche quella di sua madre Susanna Colussi, a testimonianza del legame profondo che li unì durante tutta la vita.

Chi visita questo luogo avverte immediatamente un senso di raccoglimento e autenticità. Qui la semplicità domina su tutto: nessuna ostentazione, solo pietra, silenzio e natura, in perfetta armonia con la personalità e l’eredità spirituale di Pasolini.

Il contesto storico e culturale del cimitero di Casarsa

Il cimitero di Casarsa si inserisce in un contesto ricco di storia. Il nome Casarsa deriva dal latino Casam arsam, “casa bruciata”, a testimonianza delle vicissitudini antiche del territorio. La zona è stata abitata fin dall’età del Bronzo e conserva tracce di villaggi romani e insediamenti longobardi. La presenza di tombe storiche e monumenti ai caduti della guerra contribuisce a rendere il cimitero un luogo di memoria collettiva, dove la storia locale si intreccia con la memoria personale della famiglia Pasolini.

Il territorio, caratterizzato da campagne, vigneti e canali, rappresenta l’essenza del Friuli rurale, quella stessa realtà che Pier Paolo Pasolini amò, studiò e raccontò nelle sue opere. Oggi Casarsa ospita anche il Centro Studi Pier Paolo Pasolini, che promuove la ricerca, le mostre e gli eventi dedicati alla sua vita e alla sua arte.

Pasolini Cimitero di Casarza centro studi

Il cimitero di Casarsa: tra storia e spiritualità

Pasolini Cimitero di Casarza

Il cimitero di Casarsa della Delizia si trova in un’area tranquilla e immersa nel verde, circondata da vigneti e campi. I viali di ghiaia bianca e i cipressi che delimitano le file delle tombe creano un’atmosfera di pace e raccoglimento.

Le tombe dei Pasolini sono curate con sobrietà, spesso adornate da gigli bianchi e margherite, fiori simbolo di purezza e innocenza.

All’interno del cimitero riposano anche altri membri della famiglia Pasolini, tra cui il padre Carlo Alberto e diverse zie materne. Questo rende il luogo non solo un punto di riferimento per la memoria del poeta, ma anche una testimonianza della storia familiare e delle radici friulane che tanto hanno influenzato la sua opera.

La tomba di Pier Paolo Pasolini

Pasolini Cimitero di Casarza Tomba

La tomba di Pier Paolo Pasolini è tra le più visitate del Friuli Venezia Giulia. È composta da una semplice lapide grigia posata sul terreno, che reca soltanto l’iscrizione:

PIER PAOLO PASOLINI (1922–75)

Un sentiero di marmo bianco conduce fino alla lapide, mentre un alloro, simbolo dei poeti fin dall’antichità, cresce accanto. L’alloro è un elemento ricco di valore simbolico: rappresenta la gloria poetica e l’eternità della memoria.

Accanto a lui riposa Susanna Colussi, la madre amatissima, deceduta nel 1981. Le due tombe, poste una accanto all’altra, comunicano un messaggio di unità familiare e affetto eterno, un tema ricorrente nella vita e nell’opera di Pasolini.

Architettura e simbolismo della tomba di Pasolini

La tomba di Pasolini fu progettata dall’architetto friulano Gino Valle alla fine degli anni Settanta. Il progetto riflette la personalità del poeta: linee pulite, materiali semplici e un linguaggio architettonico privo di eccessi.

L’uso della pietra grigia e la posizione a livello del suolo richiamano la sobrietà contadina del Friuli, mentre la disposizione orizzontale suggerisce un ritorno alla terra, alle origini, alla dimensione umana.

Il piccolo viale di accesso, che unisce le due tombe — quella di Pasolini e quella della madre — simboleggia il percorso di vita e affetto che non si interrompe neppure con la morte.

Pier Paolo Pasolini e Casarsa: il legame indissolubile

 Pier Paolo Pasolini2

Nato a Bologna il 5 marzo 1922, da Carlo Alberto Pasolini, ufficiale di fanteria, e Susanna Colussi, maestra elementare friulana, Pier Paolo Pasolini trascorse gran parte della sua giovinezza proprio a Casarsa della Delizia, terra d’origine della madre Susanna. Durante la Seconda Guerra Mondiale, nel 1942, la famiglia si trasferì qui, e in questo borgo Pasolini cominciò a esprimere il suo talento poetico.

Fu in Friuli che nacquero le sue prime poesie in lingua friulana, raccolte nella celebre opera Poesie a Casarsa (1942), coltivando un interesse profondo per la cultura popolare e per le tradizioni locali. Insieme alla madre, aprì una piccola scuola gratuita per i bambini del luogo, un segno della sua attenzione verso l’educazione, la solidarietà e la comunità. Questo periodo friulano fu fondamentale per la formazione del suo pensiero, influenzando la sua produzione letteraria e cinematografica e il suo impegno sociale.

Casarsa rappresentava per Pasolini un rifugio spirituale e un luogo di ispirazione. La semplicità della campagna friulana, il contatto con la gente e la lingua locale influenzarono profondamente la sua visione del mondo e la sua poetica.

Una vita tra arte, passione e impegno civile

La vita di Pier Paolo Pasolini fu intensa e spesso controversa. Dopo il trauma della morte del fratello Guido Alberto nel 1944, Pasolini si iscrisse al Partito Comunista Italiano nel 1947, da cui però fu espulso nel 1949, a seguito di scandali e accuse contro la sua omosessualità, tema centrale nella sua vita e nelle sue opere. Queste esperienze, insieme alla vicinanza della madre, contribuirono a plasmare il suo spirito critico e il suo pensiero anticonformista. 

Nel 1945 conseguì la laurea in lettere a Bologna con una tesi su Pascoli.

Trasferitosi a Roma nel 1950, cominciò la sua straordinaria carriera come scrittore, poeta, regista e drammaturgo. Le sue opere affrontarono temi di marginalità, ingiustizia sociale e critica alla società borghese, rendendolo una figura complessa e spesso controversa, ma sempre profondamente legata alla realtà umana e culturale del suo tempo. La sua produzione artistica è vastissima: dai romanzi come Ragazzi di vita e Una vita violenta ai film che hanno segnato la storia del cinema italiano, come Accattone, Il Vangelo secondo Matteo, Teorema e Salò o le 120 giornate di Sodoma.

L’opera di Pasolini e il suo messaggio

Pasolini non fu soltanto un poeta e scrittore, ma anche un intellettuale capace di osservare la società con uno sguardo lucido e implacabile. Nei suoi romanzi, nelle sue poesie e nei suoi film, denunciò l’ipocrisia sociale, la violenza politica e le disuguaglianze economiche, ma celebrò anche la bellezza della cultura popolare e dei legami umani autentici.

La sua attenzione agli ultimi, la difesa dei diritti e la valorizzazione delle tradizioni locali costituiscono un filo conduttore della sua produzione, che trova una sorta di continuità simbolica nella scelta della sepoltura a Casarsa. Qui, tra campi e vigneti, Pasolini ritorna alle radici della sua infanzia e della sua formazione culturale, un gesto poetico e umano insieme.

La morte di Pier Paolo Pasolini: un mistero che resta aperto

La notte tra l’1 e il 2 novembre 1975, Pier Paolo Pasolini fu trovato morto all’Idroscalo di Ostia, in circostanze mai del tutto chiarite. La sua scomparsa scosse profondamente l’Italia. Pasolini aveva appena terminato il film Salò o le 120 giornate di Sodoma e lavorava a un nuovo progetto letterario.

La tragedia segnò la fine di una vita dedicata all’arte e alla verità, ma anche l’inizio di un mito culturale e umano che continua a vivere nella memoria collettiva. Da allora, la tomba di Pier Paolo Pasolini a Casarsa è diventata meta di pellegrinaggi, studiosi e appassionati che vogliono rendere omaggio al suo spirito libero e visionario.

Il corteo funebre e l’ultimo saluto al poeta

Dopo la tragica morte di Pier Paolo Pasolini, avvenuta a Roma il 2 novembre 1975, la salma fu trasportata a Casarsa della Delizia. Il corteo funebre giunse nella notte, accolto da una folla silenziosa e commossa. L’intera comunità friulana si strinse intorno al feretro per l’ultimo saluto.

I funerali si tennero nella chiesa di Santa Croce, un piccolo edificio affrescato dal pittore rinascimentale Pomponio Amalteo. In quella chiesa, dove anni prima era stato commemorato anche il fratello di Pasolini, Guido Alberto, ucciso durante la guerra partigiana, si rinnovò il dolore di una famiglia profondamente legata al proprio territorio.

La sua vita racconta la storia di un uomo complesso, dalla formazione letteraria raffinata, che ha saputo usare diverse arti per denunciare le contraddizioni della società italiana del Novecento, lasciando un’eredità culturale di enorme peso, soprattutto nel cinema e nella letteratura.

La pace di Casarsa, la voce di Pasolini

Tra vigneti, cipressi e viali di ghiaia bianca, il piccolo cimitero friulano custodisce non solo le tombe, ma anche la storia di un poeta, di una comunità e di un territorio.

Il cimitero di Casarsa della Delizia non è solo un luogo di sepoltura, ma un simbolo del legame tra Pier Paolo Pasolini, la sua famiglia e la terra friulana. Qui, tra il silenzio e la natura, il poeta continua a parlare con la sua voce autentica e senza tempo.

La semplicità della tomba di Pasolini, la vicinanza alla madre e l’ambiente rurale che la circonda rendono questo luogo uno dei più toccanti d’Italia, un punto di riferimento per chi desidera comprendere l’essenza dell’artista e del suo messaggio.

Casarsa è, oggi come allora, la culla e la dimora eterna di Pier Paolo Pasolini: un luogo dove la memoria si fa poesia e la poesia diventa memoria.