Antichi segreti e nuovi enigmi si celano dietro alla leggenda della Tomba dei Giganti, monumenti sepolcrali risalenti all’età nuragica. Trattasi di antiche costruzioni in pietra poste verticalmente in semicerchio, chiamato Esedra, con una Stele centrale molto alta, dove venivano sepolti i corpi dei defunti dopo la scarnificazione.
L’onoranza funebre, preservare il ricordo e proiettarlo in un futuro di nuova riunione, sono da sempre caratteristiche nobili umane, che fin dall’antichità hanno luogo.
Il disegno dei sepolcri richiama la forma delle corna del toro, simbolo molto importante per i Nuragici, in quanto rappresenta la forza e il potere; tuttavia, la pianta delle tombe ricorda anche l’organo femminile. La coniugazione tra il Dio Toro e la Dea Madre, simboleggiava la possibilità di rinascita dei morti nell'aldilà.
Queste sono tutte supposizioni, non abbiamo degli scritti che risalgono a quell’epoca, quindi possiamo solo ipotizzare quale fosse il vero significato di questi monumenti.
Stando al censimento degli studiosi, in Sardegna si contano circa 800 Tombe dei Giganti.
Nella cartina sottostante si può notare che la maggior parte delle tombe è posizionata al centro dell’isola. La tomba più antica si trova nel comune di Lunamatrona, nel sud della regione e risale al 1700-1600 a.C. ed è nominata Tomba dei Giganti di Su Cuaddu ‘e Nixias.
Onorare e preparare i defunti è un’arte insita nella civiltà. Il mistero maggiore che le Tombe dei Giganti nascondono è riconducibile all’origine del loro nome e alla rispettiva leggenda: la presenza di ossa gigantesche, non compatibili con quelle umane ritrovate dagli storici.